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Chi è Bjarke Ingels, in Umbria per UniversoAssisi 2018? Da New York alla Biennale: “ … un’ispirazione per i nostri luoghi”.

Sicuramente l’ospite più atteso della sezione architettura e design della kermesse estiva organizzata dal Comune di Assisi, è il giovane e già “archistar” Bjarke Ingels.  Martedi 24 luglio, ore 21,30, Piazza del Comune: ” Conversazione sul futuro rosso”, dialogo con Joseph Grima

 

BjarkeIngels Group

Il BIG, BjarkeIngels Group, Studio di Architettura, fondato da Bjarke Ingels, allievo di Rem Koolhaas, è nato nel 2005 (ottantacinque persone fra architetti, designer ed esperti), con studio a Copenhagen e recentemente a New York; vincitore tra l’altro del premio European Prize for Architecture nel 2010.

Il tema principale della loro filosofia è la sostenibilità edonistica, un assioma che risulta da quella che Ingels definisce ecology, l’unione di ecologia e di economia in un unico concetto: per uno sviluppo economicamente ed ecologicamente sostenibile, la sfida è quella di creare realtà architettoniche in grado di migliorare la qualità di vita. Una sfida tra il luogo e il contesto culturale, controllata da una forte responsabilità ambientale e la ricerca di un’estetica originale ma non formalistica: un viaggio, verde e felice, verso una nuova architettura evolutiva, non necessariamente rivoluzionaria.

Freespace: la Terra come committente

Costruire sostenibile non significa dover fare rinunce, ma piuttosto vivere meglio. Questo approccio proposto e sostenuto dal BIG è anche una delle finalità del manifesto Freespace per la Biennale di Architettura 2018. Lo studio infatti partecipa alla Biennale proponendo un progetto ancora in fase di sviluppo. Una nuova striscia di vegetazione a Manhattan, con una funzione particolare: proteggere dalla furia degli uragani.

 

Central park: un polmone ottocentesco

Il verde urbano è quindi un aspetto preponderante dell’architettura cittadina, complici anche gli oltre 700 orti ricavati sui tetti degli edifici e nei giardini degli istituti scolastici.

 

Una barriera verde contro gli uragani

Gli spazi verdi posso rivelarsi non solo efficaci per ridurre l’inquinamento dell’aria e promuovere il benessere psicofisico, ma anche utili alleati per contrastare i cambiamenti climatici.

 

 

È il caso di Dryline, un’idea sviluppata appositamente per New York. Il progetto mira a salvare l’isola di Manhattan da inondazioni costiere e uragani sempre più frequenti, come il passaggio di Irene nel 2011 e di Sandy l’anno successivo, entrambi causa di gravi danni per la città. La proposta prevede la creazione di una barriera verde lunga 16 chilometri, situata a ridosso della linea costiera e rialzata rispetto al livello del mare, nella quale potranno essere ospitati spazi pedonali, piste ciclabili, nuovi locali commerciali, ricreativi e culturali.

Dryline si pone l’obiettivo di trasformare le criticità in un’opportunità di sviluppo architettonico e riqualificazione urbana, promuovendo possibili soluzioni contro gli effetti distruttivi dei cambiamenti climatici ed eleggendo così la Grande Mela a primo prototipo di un progetto di questo genere, potenzialmente esportabile anche in altre zone con problematiche analoghe da risolvere.

New York è la terza città al mondo con il miglior rapporto di superficie verde per abitante, pari a 23,11 mq. L’animo green della Grande Mela ha però radici antiche, poiché il primo progetto per un parco cittadino plasmato dalla mano dell’uomo è stato sviluppato e realizzato proprio qui, nella metà dell’Ottocento: si tratta di Central Park, il più grande “polmone verde” della metropoli statunitense, con una superficie complessiva pari a 340 ettari.

 

 

Un museo per guardare il mare

Nei mesi scorsi il progetto, opera del Bjarke Ingels Group insieme al team One Architecture con base ad Amsterdam, è stato premiato nell’ambito dei prestigiosi Global Holcim Awards for Sustainable Construction 2015, proprio per la capacità di proporre soluzioni innovative volte a favorire il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini newyorkesi.

Questa rivoluzione “verde” dello skyline di Manhattan non è destinata a rimanere sulla carta: il Dipartimento Federale per la casa e lo sviluppo urbano, ha infatti destinato oltre 300 milioni di dollari al Comune di New York. Serviranno ad attuare il primo lotto del progetto, che interessa la zona del Lower East Side; il quartiere è attraversato da una grande arteria di scorrimento a sei corsie, che sarà integrata con gli spazi dedicati al tempo libero e allo sport previsti da Dryline.

La punta più estrema dell’isola ospiterà inoltre il nuovo Museo marittimo, costituito da quattro strutture adagiate sul litorale, da dove poter osservare l’innalzamento del mare. Grazie a questo intervento, potrebbe così dialogare e interagire sempre di più con la vita quotidiana della città.

 

Si spera che questo progetto pensato per New York sia d’ispirazione per i molti luoghi del mondo che devono affrontare problematiche analoghe, tanto nell’immediato quanto nel futuro prossimo, così che tutti possano trarre vantaggio dalla condivisione delle esperienze.

Oltre a cercare soluzioni per problemi reali, questo team dalle competenze interconnesse fornisce anche componenti civiche a prova di futuro.

Conversazione sul futuro rosso, è l’enigmatico titolo della conversazione tra Bjarke Ingels e Joseph Grima che si terrà martedì 24 luglio in piazza del comune ad Assisi, davanti ad uno dei simboli primordiali dell’architettura: il Tempio, nel caso specifico quello della Minerva.

 

Riferimenti e fonti

Dryline. Una barriera verde per la Grande Mela

di Elisabetta Biestro, Artribune Magazine, 13/02/16

 

L’edonismo sostenibile secondo Bjarke Ingels

https://www.casaeclima.com,  Gennaio 2012

 

Bjarke Ingels – Big

Intervista di Flores Zanchi

http://www.floornature.it

 

 

12/07/2018

Mattia Mattioli

a cura di Oicos riflessioni

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