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Bastia Umbra Cultura

Guida alle opere d’arte all’aperto: “Monumento ai caduti” presso la Scuola Don Bosco.

Benvenuto Gattolin

Guida alle opere d’arte all’aperto del comprensorio di Assisi

scheda n°10

 

di Enrico Sciamanna – a cura di Oicos riflessioni

Autore – Benvenuto Gattolin

Titolo opera – Monumento ai caduti
Anno realizzazione – 1990

Ubicazione – Bastia Umbra, Scuola Elementare Don Bosco, V. Roma, 54

L’istallazione denominata Monumento ai caduti, realizzata nel 1990, sita in via Roma a Bastia Umbra, è opera di Benvenuto Gattolin. Consta di una semplice architettura costituita da un cerchio di marmo che contiene una piattaforma su cui si eleva una colonna, anch’essa marmorea, che termina con un capitello quadrato da cui si diparte un resto di arco, orientato verso il centro cittadino, che si interrompe perpendicolarmente sopra il capo di una figura femminile stilizzata che, eretta, tiene in braccio, quasi in gesto di offerta sacrificale, mista a profondo sconforto, un fanciullo, anch’esso rappresentato in maniera sintetica, dal corpo abbandonato, esanime. Il gruppo scultoreo di cm. 230x110x80 è fuso in bronzo a cera persa e ricoperto da un trattamento di patinatura che gli fa assumere il colore azzurrognolo del verderame.

Il linguaggio scultoreo che Benvenuto adotta è una costante che si è depositata nel tempo e consiste nell’uso di forme avvolgenti, da linee curve, sinuose, di rari sottosquadri. Il risultato evoca un’ispirazione alla grande scultura del Novecento, da Brancusi a Moore rivisitati, riecheggiando il modello cristologico delle grandi Pietà. Una schematizzazione delle figure così interpretata è lo stile proprio della produzione di Gattolin, indipendentemente dai materiali che usa, al fine di far transitare semplici proclami di intensa genuinità: un dolore dignitoso e controllato. I corpi, scavati e privi di connotazioni somatiche, perorano l’universalità degli assunti, integrata dall’allusione alle rovine: lo strazio delle madri, l’abominio della guerra, il martirio inaccettabile degli innocenti.

La composizione, di per sé imponente e di evanescente solidità, si rafforza dei suoi vuoti: un alveo in cui immedesimarsi; trae energia dalle linee sinuose che dialogano con lo spazio e suggeriscono i sentimenti. È l’eroismo della sofferenza che viene dichiarato, non quello convenzionale dei tradizionali monumenti commemorativi di guerre.

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13/12/2018

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